primizie.
Zoccoli a ritmo di trotto esplodono in ardite pariglie: sfrecciano i cavalieri di Sedilo e i sartiglieri di Oristano. I Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada e i Boes e Merdules di Ottana catturano sguardi e obiettivi fotografici con le loro maschere intrise di fascino e mistero. Le launeddas del Sarrabus fanno da contorno a corteo e serata conclusiva. Sono suoni e colori, musiche e danze, gioielli e costumi della Cavalcata sarda di Sassari, dove ogni anno, nella penultima domenica di maggio, si incontrano le peculiarità identitarie di tutte le comunità isolane.
Atmosfera unica e indimenticabile. La kermesse inizia la mattina di domenica 20 maggio con la sfilata lungo un percorso di due chilometri nelle vie del centro storico di Sassari, con fulcro in piazza d’Italia. A piedi e sulle traccas, carri trainati da buoi e addobbati con fiori, procedono 65 gruppi folk e quasi trenta a cavallo provenienti da tutta la Sardegna. Tutti indossano l’abito tradizionale, caratteristico del luogo di provenienza, spesso arricchito da curati ricami e gioielli in filigrana d’oro e d’argento. Appresso un imponente corteo di oltre trecento cavalieri.
ECCO IL PERCORSO dell’edizione 2018, la 69esima, inserita nelle celebrazioni dell’Anno europeo del patrimonio culturale, registra numeri simili: partecipano duemila e 500 figuranti e 270 cavalieri.
Il corteo partirà alle 9 da corso Francesco Cossiga, di fronte alla Chiesa di San Giuseppe. Proseguirà, poi, per via Asproni, via Roma, piazza d’Italia, portici Bargone e Crispo, via Cagliari, via Brigata Sassari, emiciclo Garibaldi, viale Italia, per terminare in viale Mancini all’angolo con viale Berlinguer.
Il pomeriggio è dedicato alle pariglie, giostre equestri nelle quali i più coraggiosi cavalieri si esibiscono, nell’ippodromo cittadino, in spettacolari acrobazie sui cavalli in corsa.
In serata in piazza d’Italia canti e danze tradizionali, sulle note di launeddas, canti a tenores e fisarmoniche, sino a notte.
La caratterizzazione laica e trascinante della ‘festa della bellezza’ – è l’appellativo che si è guadagnata – risale alla fine del XIX secolo, da allora il fascino è rimasto immutato. Secondo lo scrittore Enrico Costa la prima edizione della Cavalcata risale al 1711, quando il consiglio comunale, sul finire della dominazione spagnola, deliberò di omaggiare il re Filippo V di Spagna. Partecipò tutta l’orgogliosa nobiltà tatharesa. La manifestazione, a cui puoi assistere oggi, nasce ufficialmente nel 1899 in occasione della visita del re Umberto I accompagnato dalla moglie Margherita di Savoia, giunti in città per l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II. Parteciparono tremila persone, in abito tradizionale, tutte provenienti dalla provincia di Sassari. Anche le edizioni del 1929 e del 1939 accolsero esponenti della casa reale.
L’edizione 2018, la 69esima, inserita nelle celebrazioni dell’Anno europeo del patrimonio culturale, registra numeri simili: partecipano duemila e 500 figuranti e 270 cavalieri.