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Feste e sagre Sarde: SAN FRANCESCO DI LULA

SAN FRANCESCO DI LULA una delle feste campestri più caratteristiche della Sardegna.

Si celebra nel santuario sito circa 2 Km dal paese di Lula ( il 4 ottobre  e dal 1 al 9 maggio). Il santuario eretto all’interno di un recinto che accoglie anche le cumbissias, risale al 1600 e, pur essendo in territorio di Lula, viene amministrato a turno da un priore di Nuoro perché tradizione vuole che il tempio sia stato edificato per voto da un nuorese.

La festa e la chiesa sono state sempre considerate dei nuoresi.
Lula dista da Nuoro 33 km circa mentre la chiesetta dista dal paese 23 km. Il Santuario campestre si trova sul costone collinare dominato dal Monte Albo.

Il Santuario e la leggenda
La chiesa, ristrutturata più volte, è attualmente ampliata e distante dalla sua forma originale.
È custodita al suo interno una statua lignea di San Francesco.

“Sas cumbissias”, ossia i piccoli edifici costruiti per ospitare i pellegrini sono in buona parte moderne.
Secondo la leggenda l’intero Santuario sarebbe stato fondato e costruito da un bandito in segno di devozione nei confonti del Santo, per avergli permesso di dimostrare la sua innocenza rifguardo ad alcuni delitti di cui era accusato.

Per questo motivo i priori vengono scelti ogni anno fra i discendenti (o presunti tali) eredi del bandito.
La festa non ha modificato i propri tratti caratteristici col trascorrere del tempo infatti, ancora oggi, migliaia di pellegrini percorrono a piedi il traggitto fra i paesi del nuorese ed il Santuario.

Il primo pellegrinaggio parte nella notte del 4 ottobre dalla chiesa di Nuoro “La Solitudine” e si arriva nel Santuario di Lula la mattina all’alba.

Il secondo pellegrinaggio (più conosciuto e frequentato) parte nella notte del 30 aprile e si conclude la mattina all’alba del 1 maggio. Per completare l’intero traggitto ci vogliono dalle 4 alle 6 ore. I pellegrini più esperti e scaltri conoscono le varie scorciatoie per arrivare prima a destinazione.

I cibi della festa
La tradizione vuole che ai fedeli, durante la novena, venga offerto “Su Filindeu” un brodo di carne di pecora con una pastina molto particolare, su filindeu appunto.
La preparazione è molto laboriosa: l’impasto, costituito da semola di grano duro e acqua, viene lavorato rigorosamente a mano. Concluso l’impasto, il “semilavorato” viene tagliato, su una superficie di legno, a pezzi di circa 100g, ai quali viene data la forma di cilindri allungati.

La pasta viene poi “tirata” per ottenere le serie di fili che vengono incrociati su diversi piani in modo da formare una fitta rete quasi un tessuto. La “rete” viene fatta asciugare all’aria.

Per comporre la minestra si prepara un “robusto” brodo di carne di pecora nel quale si frantuma letteralmente la rete de “su filindeu” . A cottura ultimata la minestra fine condita con abbondante pecorino fresco che il calore rende filante.

Un altro piatto caratteristico della festa è “Su Zurrette” un tipo di sanguinaccio: lo stomaco della pecora viene riempito di sangue condito con pezzetti di pane formaggio e un soffritto a base di strutto cipolla e grasso di pecora.

Riti e credenze
La festa è inoltre caratterizzata da credenze e usanze popolari quali:

Tale rito consiste nel porre un bambolotto rappresentante un bambino malato in una tasca della bisaccia e nelle altre tasche le offerte raccolte di casa in casa attraverso la questua.

Un bambino malato viene pesato e, al Santo, viene offerto un pezzo di carne d’agnello equivalente al peso del bambino.

La festa si conclude portando il simulacro di San Francesco in processione verso Nuoro, accompaganato dai fedeli e, incontrando i pellegrini, si organizza un grande pranzo in campagna chiamato “s’arbore” (l’albero) in cui partecipa simbolicamente una piccola statua lignea di San Francesco.

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